lunedì, Settembre 23, 2024

Alvaro Morata: “Contro il Siviglia? Tifo la Juventus sempre, deve vincere per Pogba. Vlahovic non merita quelle critiche.”

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Alvaro Morata ha parlato a Tuttosport in vista di Siviglia-Juve.

Ecco le sue parole:

Siviglia-Juventus? «Per chi tifo? Per la Juve, normale. Tiferei Siviglia in tutti gli altri casi, ma non contro la mia ex squadra. Se i bianconeri purtroppo non dovessero centrare la finale di Europa League, allora starei dalla parte dei miei connazionali nel confronto di fine mese a Budapest che varrà il trofeo contro la vincente dell’altra semifinale tra Bayer Leverkusen e Roma».

La Juve può farcela? «Sì, certamente perché fra le tante motivazioni i bianconeri ne avranno una in più, fortissima: centrare la qualificazione alla finale per dedicare il successo allo sfortunato Pogba. Paul è un giocatore formidabile, lo conosco bene, siamo amici: l’ho subito chiamato dopo la lesione muscolare contro la Cremonese. Passata la frustrazione immediata per l’infortunio, è già concentrato sul recupero. Rientrerà appena possibile e tornerà ai suoi massimi livelli che sono quelli consoni a uno dei centrocampisti più forti del mondo.

Io ho giocato insieme a lui e ho potuto ammirare in campo non solo le sue straordinarie doti tecniche e atletiche durante le partite, ma anche il suo modo di allenarsi, la sua irriducibilità, la sua voglia di non mollare mai. È un leader in tutti i sensi: in gara come nelle sedute d’allenamento, dove è un esempio per tutti».

Il gol di Gatti al ’97 «Ma la Juve ha nel proprio DNA uno spirito guerriero e vincente. Parlo con cognizione di causa perché l’ho potuto sperimentare di persona. La rete di Gatti ne è una delle tante dimostrazioni. L’Europa League non è la Champions, ma chi la vince va automaticamente alla fase a gruppi della Coppa più prestigiosa la stagione successiva. È molto importante per la Juventus con questa storia della penalizzazione di punti in campionato prima inflitta “online” in classifica, poi cancellata dopo tre mesi e adesso nuovamente pendente».

Giocatore più decisivo? «Ce ne sono tanti, io ne prendo uno dal mazzo: “El Fidéo”. In passato ho giocato con Di María e posso dire che siamo di fronte a un fuoriclasse, non a caso fresco campione del mondo con l’Argentina in Qatar dopo aver conquistato la medaglia d’argento nel 2014 in Brasile. E chissà come sarebbe andata la finale di Rio contro la Germania se Ángel non l’avesse dovuta saltare per infortunio… Per me Di María è il campione più sottovalutato dell’ultimo decennio, un fenomeno che avrebbe sempre meritato di essere nella “top 5” mondiale».

Vlahovic? «Ho giocato con lui per i primi quattro mesi dell’anno scorso. Lo stimo e lo rispetto. Lui è ancora giovane, è un “millennial”, ma come carattere è un uomo fatto e finito. Voglio dire che non ha bisogno di maturare sotto quell’aspetto. Ha temperamento. È di indole forte. È tenace. Alla Juve vuole solo far bene e lavora duro per riuscirci.Reputo ingiuste le critiche che subisce. Quest’anno è stato tormentato dagli infortuni, dalla pubalgia. E poi a chiunque può capitare di attraversare un momento di forma meno brillante del solito. Ma le sue qualità sono indiscutibili».

Il futuro al Milan o alla Juventus?  «Ma io giuro che non ho sentito nulla di queste cose. Ho un contratto che mi lega all’Atlético fino al 30 giugno 2024 e il mio procuratore non mi ha detto niente. Almeno per ora. Poi si sa come vanno le cose nel calcio, soprattutto nel mondo del mercato… Se in estate dovessero verificarsi certe situazioni favorevoli e determinate opportunità sia per il club acquirente che per quello cedente, allora ciò che è blindato potrebbe sbloccarsi. Ma, ripeto, io al momento non ne so proprio nulla».

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