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Calciopoli, Report svela il contenuto della pennina di Moggi: parla anche Cellino “In lega bruciammo tutto, poi arrivò la finanza”

Report continua a portare avanti l’inchiesta su Calciopoli, le prossime settimane con documenti nuovi, esclusivi e inediti è pronta a tracciare le fila di una vicenda ancora da raccontare. Ci sono già alcune anticipazioni.

Come riporta ilbianconero:

“La prima, andata in onda su RadioRadio oggi, che ha visto tra i protagonisti anche Massimo Cellino, presidente di Lega nel 2006, che ha raccontato: “Cercavo di tenere la baracca in piedi perché stava crollando tutto. Iniziai a pulire tutte le schifezze che c’erano là dentro, non sapevo da dove cominciare. Eravamo in Lega, c’erano 6 o 7 presidenti riuniti, a cercare di organizzare il campionato. Avevo un contenitore con tutti i dossier: chi era iscritto con una fideiussione falsa, chi si scaricava come Irpef il trasporto… andammo nel piazzale giù di sotto, c’era un bidone di ferro: buttammo tutto dentro e lo facemmo bruciare con la trielina. La Finanza tornò e non trovò niente. E io non c’ero neanche…”.

Così la Rai ha presentato la puntata: “Report ha ottenuto il contenuto di quella pennetta, il totale delle 170mila intercettazioni, molte rimaste inedite, registrate durante l’inchiesta “offside”, che 17 anni fa diede vita allo scandalo di Calciopoli.

Per la prima volta Report raccoglie le testimonianze e le rivelazioni dei protagonisti di quella vicenda: lo stesso Moggi, l’allora presidente della Federcalcio Franco Carraro, il designatore degli arbitri Paolo Bergamo, l’allora presidente della Lega Calcio Massimo Cellino, l’allenatore della Nazionale Campione del Mondo Marcello Lippi.

Interviste che ricostruiscono un quadro del tutto inedito su quali furono le forze che si misero in moto per scardinare quel sistema di potere, accompagnate ad atti giudiziari ancora inediti che offrono la prova delle attività di spionaggio condotte da altri club nei confronti dei dirigenti della Juventus, oltre che di alcuni arbitri.

Alle spalle una battaglia di potere tra i grandi padroni del calcio, da Silvio Berlusconi a Massimo Moratti, dalla famiglia Agnelli a Franco Sensi, dai fratelli Della Valle alle banche che avevano messo un piede nel calcio italiano”.

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