Site icon Generazione Bianconera

I ricordi di Marcello Lippi: “Come facevo rilassare la mia Juve? Li riunivo in una stanza e facevo raccontare una barzelletta ad Antonio. La raccontava così male, ma così male, che tutti ridevano…”

Nel corso di una recente intervista rilasciata a la Gazzetta dello Sport, l’allenatore Marcello Lippi ha ricordato e raccontato degli aneddoti sul suo periodo alla Juventus.

Le parole di Lippi:

“Ho avuto tanti giocatori leader in quel periodo. C’era il leader carismatico, che diceva la parola giusta al momento giusto, quello tecnico, quello caratteriale.
Zizou era il leader tecnico, tutti gli davano la palla perché risolveva qualsiasi situazione, era “lo schema”: si smarcavano sapendo che li avrebbe visti e lanciati.
Conte era un leader caratteriale, trascinatore in allenamento e gara. C’era grande feeling”.

“Quella Juve era un mosaico perfetto. Erano anni di successi ma anche di grande tensione. Sa come cercavo di farli rilassare? Li riunivo in una stanza e facevo raccontare una barzelletta ad Antonio. La raccontava così male, ma così male, che tutti ridevano…”.

Lippi ha poi raccontato:

Zidane lo incontravo ogni tanto la sera, rientrando a casa dal ristorante, in piazza Carlo Alberto. Erano le dieci e lui era lì che giocava a pallone con amici algerini, a volte senza scarpe. Gli dicevo: “Zizou, ma che fai! Rischi di farti male!”. E lui: “Tranquillo, mister, sto con amici”. Quello per lui era importante, gli amici, anche se era un big mondiale.

Zidane e Conte da tecnici rispecchiano il loro “io” calciatore. Zizou aveva una grande capacità: comunicava senza parlare tanto. Bastava un gesto. Mi sembra sia lo stesso in panchina, mi ricorda Pirlo.
Antonio era un generoso e dava tutto in ogni situazione. Anche in allenamento. Se qualcuno rischiava a “rilassarsi”, era il primo a urlare: “Ehi, qui si corre tutti!…”.

Era molto concentrato, ci teneva sempre a far bene. Ha avuto un momento difficile all’inizio, quando non riusciva a giocare come voleva. Venne da me un po’ affranto: “Mister, non riesco a esprimermi, forse è meglio che me ne vada”. Lo guardai e gli dissi: “Ma sei impazzito? Ti assicuro una cosa: finché sarò allenatore della Juve tu giocherai sempre!”. Si mise a ridere, ci stringemmo la mano, quella domenica segnò due gol. Non si fermò più“.

Lippi ha poi concluso con un ricordo di Antonio Conte e Del Piero:

Conte era il capitano, i tifosi gli dedicavano i cori, s’infortunò. Doveva star fuori a lungo. Nello stesso periodo Del Piero aveva qualche problema, non riusciva a dare il meglio. Una sera, parlando con Peruzzi, venne fuori un’idea: e se gli dessimo la fascia? Improvvisamente responsabilizzato, Ale ritornò grande. E quando Antonio recuperò dall’infortunio gli spiegai: “Non ti ho tolto la fascia, ho solo aiutato Ale, adesso gliela lascerei”. E lui: “Nessun problema”. Ma gli spiaceva, e si capiva. Non poteva essere diversamente”.

Exit mobile version