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L’eurodeputato Gozzi: “E’ inutile nascondersi dietro a un dito: tutto quello che è successo ad Agnelli era legato alla sua battaglia per la riforma del calcio europeo”

Il sottosegretario Sandro Gozi alla firma di un protocollo d' intesa sulle misure per contrastare le violazioni a danno delle risorse statali e dell'unione europea connessi agli interventi di sostegno e di finanziamento di competenza del Mibact a Roma 30 gennaio 2018. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

L’eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo ed ex sottosegretario agli Affari europei dei governi Renzi e Gentiloni, nonché grande tifoso bianconero, Sandro Gozi, si è espresso ai microfoni di TuttoJuve, in occasione della storica sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha di fatto sancito la nascita della Superlega.

Finalmente ci sarà la possibilità di promuovere un approccio veramente europeo al calcio, fatto di legalità, competizione e di solidarietà e inclusione. Tutto nel pieno rispetto della libera concorrenza, dei principi del mercato interno UE e del modello sportivo europeo”.

La Corte ha detto chiaramente che il futuro è il pluralismo e la libera iniziativa dei club nel rispetto dei principi e dei criteri comuni che devono partire innanzitutto da quelli sanciti dai trattati europei, che sono libera concorrenza da una parte e dall’altra solidarietà, inclusione e coesione sociale. Il nuovo progetto di Superlega, che non ha nulla a che fare con il progetto iniziale, è una delle possibilità e oggi l’opzione sul tavolo alternativa all’attuale situazione di un calcio europeo in crisi. Mi sembra sempre più evidente, infatti, che il calcio continentale stia perdendo influenza e interesse, a vantaggio della Premier League e subisce la nuova concorrenza dei paesi del Golfo”.

“Non a caso, si è scomodato addirittura il governo britannico, e non è la prima volta, per dire che non rispetterà la decisione della Corte UE. Non deve farlo, il Regno Unito è uscito dall’UE. Ma questa fretta nel dichiarare l’ovvio nasconde una evidente preoccupazione per nuove possibili iniziative europee che siano finalmente in grado di competere rispetto alla Premier. Sottolineo “europee” perché la decisione della Corte non incide sui campionati nazionali. Il problema è l’UEFA, non la serie A o la Liga”.

E sulla reazione di Fifa e Uefa:

Si tratta di reazioni emotive assolutamente premature e di natura conservativa, anche perché tutti i club devono prendere atto di ciò che la Corte ha detto: la Uefa abusa della sua posizione dominante. Non puoi regolare, gestire i campionati, stabilire le regole, stabilire le sanzioni e poi avere i profitti di tutto quello che lo sport genera, a partire dai diritti televisivi. Le reazioni di Inter e Roma, oltre a dirla lunga sui rapporti di alcuni club con l’attuale presidenza della Uefa, non considerano il fatto che in ogni caso la Corte Ue ha stabilito che la Uefa deve cambiare e con essa la sua governance. Anziché fare le barricate e prendere le distanze con manifestazioni che lasciano il tempo che trovano, da dei club così importanti mi aspetterei un comportamento responsabile e delle proposte su come riformare il sistema calcio affinché Uefa non agisca più nella illegalità”.

⁠”È la vittoria di Andrea Agnelli. Il giudizio della Corte Ue ha dato ragione ad Andrea Agnelli, agli allarmi e alle critiche che aveva rivolto al sistema calcio, oggi tutti confermati dalla sentenza. Con molto coraggio e con generosità, ha condotto una battaglia che gli è costata molto anche a livello personale“.

E’ inutile nascondersi dietro a un dito: tutto quello che gli è successo era evidentemente legato alla sua battaglia per la riforma del calcio europeo. C’è stata la volontà di girare pagina con la sua uscita dal calcio italiano, ma oggi la sua battaglia è stata ricompensata. E dunque giriamo pagina in un contesto totalmente diverso rispetto da quello che sembrava essere qualche mese fa. Io personalmente sono molto soddisfatto perché, da parlamentare europeo ho sempre detto che la Uefa violava alcune libertà del mercato unico e agiva in maniera abusiva. Nel momento in cui ho visto che una personalità che conosce il calcio da dentro, che ha fatto la storia del calcio come Andrea Agnelli portava avanti questa battaglia, mi è sembrato giustissimo sostenerlo e sostenere le ragioni dell’Europa”.

Se c’è un grande sconfitto è Aleksander Ceferin. Ha voluto gestire la Uefa in modo personale, volendo addirittura cambiare lo statuto per rimanere presidente. Ha fatto una guerra di orgoglio personale contro Andrea Agnelli e contro tutti coloro che volevano cambiare il mondo del calcio. Certamente l’arroganza e direi a volte anche la violenza verbale, i metodi, i ricatti e le minacce di Ceferin: tutto questo oggi è stato sconfitto dalla sentenza della Corte di giustizia europea. E penso che per tutti coloro che amano il calcio, anche dentro l’Uefa, quella di ieri sia una bella giornata perché l’arroganza di Ceferin, oltre alle sue decisioni sbagliate, stanno facendo molto male al calcio europeo”.

Fonte: Tuttojuve

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